EMISSIONI – MEDIA ORARIA ULTIMO RILEVAMENTO

L'acido cloridrico (HCl) nei fumi si sviluppa in presenza di un combustibile contenente una sostanza inquinante, la quale, in seguito alla combustione, si trasforma producendo HCl.

Il monossido di carbonio (CO), incolore e inodore, è un tipico prodotto derivante dalla combustione.
Il CO viene formato in modo consistente durante la combustione di combustibili con difetto di aria e cioè quando il quantitativo di ossigeno non è sufficiente per ossidare completamente le sostanze organiche. A bassissime dosi il CO non è pericoloso, ma già a livelli di concentrazione nel sangue pari al 10-20% il soggetto avverte i primi sintomi dovuti all'esposizione a monossido di carbonio, quali lieve emicrania e stanchezza.
La principale sorgente di CO è storicamente rappresentata dal traffico veicolare (circa l'80% delle emissioni a livello mondiale); l'evoluzione delle tecnologie utilizzate ha consentito di ridurre notevolmente la presenza di questo inquinante nell'aria ambiente.

In atmosfera sono presenti diverse specie di ossidi di azoto (NOx) ma, in genere, con il termine NOx ci si riferisce alla somma pesata di monossido di azoto (NO) e biossido di azoto (NO2), in particolare agli NOx espressi come NO2.
Il biossido di azoto (NO2) è un gas reattivo, di colore bruno e di odore acre e pungente. Si forma prevalentemente dall'ossidazione di monossido di azoto (NO). Le maggiori sorgenti di NO ed NO2 sono i processi di combustione ad alta temperatura (come quelli che avvengono nei motori delle automobili o nelle centrali termoelettriche).
L' NO2, è un importante inquinante dell'aria che, come l'ozono, risulta dannoso per il sistema respiratorio Insieme agli altri composti dell'azoto, inoltre, produce effetti negativi sugli ecosistemi, come l'acidificazione e l'eccesso di nutrienti (eutrofizzazione). L'eccesso di azoto nutriente può causare cambiamenti negli ecosistemi acquatici e marini e perdita di biodiversità.
Gli ossidi di azoto giocano un ruolo principale nella formazione di ozono e contribuiscono alla formazione di aerosol organico secondario, determinando un aumento della concentrazione di PM10 e PM2,5.

COT identifica la quantità residua di CARBONIO ORGANICO TOTALE presente nei fumi emessi in atmosfera e fornisce una misura degli inquinanti organici.

La portata è definita dal rapporto tra il volume dei fumi che attraversano perpendicolarmente la sezione (A) del condotto/camino e l'intervallo di tempo (secondo o ora).
Poiché il volume dei fumi dipende da temperatura e pressione, il dato misurato di portata va riferito a condizioni normalizzate (N) di temperatura (T° = 0°C) e di pressione (P = 101.3 kPa – 1 atmosfera). Ll'unità di misura è il Nm3/s oppure Nm3/h.
Il valore limite della Portata volumetrica della emissione è 262.000 Nm3/h: nessun dato medio giornaliero deve superare tale limite. La valutazione deve essere eseguita dopo aver sottratto l'incertezza della misurazione.

L'assenza di colore, l'odore acre e pungente e l´elevata reattività a contatto con l'acqua sono le caratteristiche principali degli ossidi di zolfo, genericamente indicati come SOx. In natura, l'inquinamento da SOx si ottiene in seguito alla reazione di combustione che si sviluppa nel corso delle eruzioni vulcaniche.
A livello antropico, SO₂ (biossido di zolfo o anidride solforosa) e SO₃ (triossido di zolfo o anidride solforica) sono prodotti nelle reazioni di ossidazione per la combustione di materiali in cui sia presente zolfo quale contaminante, ad esempio gasolio, carbone, legna, utilizzati per la produzione di calore, vapore, energia elettrica e altro.
Fino a non molto tempo fa il biossido di zolfo costituiva il principale indicatore dell'inquinamento di origine umana, già da diversi anni le concentrazioni che si misurano in ambiti urbani e periurbani sono estremamente contenute.

Polveri totali: identifica la quantità totale di MATERIALE PARTICELLARE o POLVERI contenuto nei fumi.
Si tratta di particelle solide e liquide costituite da diversi componenti chimici che, a causa delle loro piccole dimensioni, una volta emesse nell'atmosfera, possono restare sospese per tempi più o meno lunghi.
Il loro effetto sulla nostra salute e sull'ambiente dipende dalla loro composizione chimica e dalla loro dimensione.
Il termine PM10 identifica le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 10 μm (1 μm = 1 millesimo di millimetro), mentre PM2.5 il particolato con un diametro minore di 2,5 micron.
Mentre le particelle PM10 penetrano in profondità nei nostri polmoni, il PM2.5 è composto da particelle solide e liquide così piccole che entrano anche nel nostro flusso sanguigno, proprio come l'ossigeno.

Media giornaliera della temperatura dei fumi in uscita dal camino, misurata dal SME.
Il limite fissato per la temperatura minima al camino si intende rispettato se la media giornaliera risulta compresa fra 120°C e 140°C. La valutazione deve essere eseguita dopo aver sottratto l'incertezza della misurazione